Ci troviamo ultimamente in un contesto geopolitico duro da affrontare al netto di ciò che è avvenuto all'interno della politica mondiale: dinamiche di questo genere richiedono ai mercati di adoperare delle strategie avanzate al conseguimento di limitare i danni e sfruttare il portafoglio per ricavare le migliori performance possibili. Analizzeremo le migliori strategie per ogni tipo di investitore e capiremo in che modo potremmo sfruttare i nostri asset per far sì di accrescere il nostro portafoglio.
Oggi andiamo dunque ad esplorare le migliori strategie per bilanciare gli asset ed avere una buona efficienza del portafoglio, così da sopperire al rischio di mercato che ultimamente sta pesando più del normale.
Dalla teoria moderna ai modelli multifattoriali
Alla base di ogni teoria vi è sempre il riferimento alla teoria moderna del portafoglio di Markowitz, la MPT(premio Nobel per l'economia); la teoria alla base del Nobel è che sia possibile diminuire il rischio non sacrificando il rendimento, e ciò è dato dalla semplice diversificazione degli asset contenuti nel portafoglio. in questo modo sarebbe possibile muoverci sulla frontiera del rendimento atteso diminuendo il rischio, quindi andando incontro alla Paret-efficiency, dunque migliorando notevolmente la qualità del nostro portafoglio. Da qui possiamo gettare le basi per un'altra teoria strategica che implementa l'utilizzo del beta, spiegato in uno dei nostri precdenti articoli, in modo da poter misurare la sensibilità di un titolo nel nostro portafoglio in relazione al benchmark. Stiamo parlando del Capital Asset Pricing Model, abbreviato in CAPM. Da notare che il CAPM però presenta delle assunzioni idealizzate, ma fornisce comunque un ottimo metodo per la misurazione del rischio sistematico associato dei titoli del nostro portafoglio rispetto al mercato. Passando invece ai modelli multifattoriali, sicuramente più recenti di queste teorie, possiamo considerare l'Arbitrage Pricing Theory, APT. Questa teoria considera l'influenza di multifattori macroeconomici e specfici sull'andamento degli asset. Questi modelli sono utilizzatidai gestori quantitativi in modo da categorizzare gli asset per caratteristiche come la bassa volatilità, il valore o il momentum.
Asset allocation avanzata
Per un investitore avanzato, l'asset allocation non si riduce a una mera suddivisione tra azioni e obbligazioni. La scelta delle asset class è funzionale a obiettivi di rischio e rendimento e va supportata da analisi quantitative. Inoltre la suddivisione del proprio portafoglio non si basa meramente tra azioni ed obbligazioni: spesso coinvolgono più fattori come il real estate, materie prime hedge fund e private equity, di modo che riescano a decorrelare i mercati tradizionali e riducendo così il rischio e migliorando la qualità del portafoglio. Una modalità sempre più in aumento è quella del risk parity che ci consente di bilanciare l'esposizione al rischio piuttosto che al capitale investito; vale a dire che gli asset più volatili ricevono un peso minore mentre i più stabili ricevono maggiore peso. In sostanza si ricava un portafoglio equilibrato in termini di contributo al rischio. Tecniche più ricercate come l'Hierarchical Risk Parity offrono algoritmi di clustering interno del portafoglio al fine di scovare ipotetiche correlazioni tra gli asset presenti, aiutando dunque nella diversificazione non lineare
Gestione dinamica
La gestione dinamica è una gestione attiva nel senso di ribilanciamento del portafoglio finalizzato a riequilibrare il peso degli asset al valore percentuale prestabilito. Un gradino più in alto della gestione attiva possiamo utilizzare la Tactical Asset Allocation, che sarebbe la capacità di modificare temporaneamente l'allocazione degli asset in base alle condizioni di mercato. Gli investitori esperti possono sfruttare segnali macroeconomici, valutazioni relative o trend tecnici per incrementare o ridurre l'esposizione a specifiche asset class. Questo approccio richiede una profonda analisi e disciplina per evitare decisioni emotive.
Approccio quantitativo
Nel mondo della finanza quantitativa, l'utilizzo dei fattori è diventato centrale. Il Factor Investing si basa sull'individuazione di caratteristiche che storicamente hanno generato extra-rendimento (alpha).I fattori principali sono quelli di value, ricerxa di azioni che secondo i nostri calcoli sono sottovalutate; momentum, azioni che sono in trend positivo e che con alta probabilità continueranno a salire; quality, aziende che hanno grande solidità; infine low volatility, quelle che non si smuovono molto durante gli scossoni di mercato. Alcune strategie coinvolgono l'utilizzo dello Smart Beta, il quale replica indici ponderati in base ai fattori anzichè alla capitalizzazione.
Un metodo iconico è la "Magic Formula" di Joel Greenblatt, che combina rendimento da utili e rendimento sul capitale investito per selezionare azioni a elevato potenziale. Sebbene semplice, questo approccio ha mostrato performance competitive rispetto ai fondi attivi.
Utilizzo dei derivati
Alcuni investitori optano per la scelta dei derivati, come futures o cfd per coprire i rischi del portafoglio. Ci sono opzioni covered call e protective put che consentono di avere ritorni o proteggere gli asset dai ribassi. I futures possono essere utilizzati per coprire esposizioni su tassi, valute o materie prime.
Controllo e monitoraggio: oltre la performance
Un portafoglio ben costruito deve essere costantemente monitorato. Oltre alla performance assoluta, vanno analizzati indicatori come lo Sharpe ratio, l'alpha, il drawdown massimo e il turnover. Questi sono i cosiddetti stress test, che simulano degli scenari molto duri in modo da controllare come il portafoglio possa risentire del trauma di mercato. Il Value at Risk fornisce una valutazione in sistesi del richio potenziale del portafoglio in condizioni di mercato normali mentre l'analisi di sensitività aiuta a comprendere il modo in cui il portafoglio reagisce ad eventi macroeconomici e stima i rendimenti futuri.
Intelligenza artificiale e nuove frontiere
Società come BlackRock e JPMorgan utilizzano piattaforme avanzate per prendere decisioni data-driven; anche investitori privati possono accedere a soluzioni AI tramite robo-advisor e software specializzati.
L'utilizzo dell'IA pone però anche nuove sfide etiche e operative: è fondamentale comprendere come funzionano questi modelli, evitare overfitting e mantenere il controllo umano sulle decisioni critiche.
Finanza comportamentale: l'importanza della disciplina
Anche la migliore strategia può fallire se l'investitore è vittima dei propri bias cognitivi. L'overconfidence, la loss aversion e il comportamento gregario sono solo alcune delle trappole mentali che minano il rendimento nel lungo periodo.
La finanza comportamentale suggerisce l'importanza di automatizzare le decisioni e attenersi a regole predefinite. Stop-loss, ordini condizionati e piani d'investimento sistematici sono strumenti utili per mantenere disciplina e coerenza.
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