Ormai tutti avrete sentito del bombardamento da parte degli USA in Iran e magari sarete anche spaventati per ciò che concerne il vostro portafoglio. Oggi analizzeremo come le crisi geopolitiche unite all'inflazione abbiamo un effetto disastroso sul mercato, non al pari di una bomba sia chiaro, ma nell'interesse personale avranno sicuramente particolare rilievo; questo perché il mercato in crisi non è in grado di autoregolarsi come é solito fare. Dunque non perdiamoci in chiacchiere ed iniziamo la spiegazione di oggi!
L'impatto delle Crisi Geopolitiche sui Mercati
Storicamente, le crisi geopolitiche tendono a generare tra le altre cose un aumento della volatilità, rendendo così il mercato molto instabile e passivo di fluttuazioni di anche grandi punti percentuale; questo porta l'operatore più conservativo a rifugiarsi nei cosiddetti beni rifugio, sarebbe a dire oro o titoli di stato, possibilmente non degli stati coinvolti nella guerra. Nel breve periodo storicamente possiamo trovare un ribasso dei mercati azionari, che diciamo quest'anno non siano già partiti con il piede giusto, ricordiamo la caduta di fine Febbraio quasi completamente ripresa solo ora, alla fine di Giugno. Con il ribasso dell'azionario e la richiesta dei beni rifugio si alza inoltre il prezzo delle materie prime, tra le quali l'energia; questa è una prassi ben nota soprattutto a noi italiani in quanto ogni conflitto provoca un aumento dei prezzi di benzina e bollette, in quanto l'Italia è un grandissimo importatore di energia, qualunque sia la fonte energetica alla quale ci appelliamo.
Alcuni esempi storici per riferimento:
Invasione del Kuwait (1990): petrolio +100%, borse -20%
11 settembre 2001: S&P 500 -14% in 2 settimane
Crisi Russia-Ucraina (2014): EuroStoxx -8% nei 2 mesi successivi
L'inflazione come moltiplicatore del rischio
In assenza d'inflazione, molti asset possono assorbire uno shock. Con l'inflazione alta possiamo trovare diverse cattive notizie: la prima è la perdita di valore reale per le obbligazioni, difatti la storia ci dimostra come il mercato obbligazionario soffra molto le crisi geopolitiche. Unito a ciò le azioni growth soffrono l'aumento dei tassi che diventa quasi insostenibile e giustamente hanno bisogno di fermarsi un attimo ed elaborare una strategia per aumentare il proprio capitale senza aver bisogno di prestiti a tassi esorbitanti. Dal punto di vista dell'investitore un portafoglio 60/40 diventa dunque inefficiente, in quanto oltre al ribasso azionario avremo una perdita di valore reale; per questo periodo storico la diversificazione serve a ben poco, se non a cercare di limitare i danni, ove possibile L'inflazione altera la correlazione tra asset, rendendo obsolete alcune strategie tradizionali.
Strumenti Difensivi da Includere nel Portafoglio
a) Oro e Metalli Preziosi: sono i tradizionali beni rifugio durante i tempi di crisi, hanno una correlazione negativa con l'equity in queste situazioni e possono aiutare psicologicamente l'investitore, oltre che a tutelare il denaro. Gli ETC possono essere una possibile soluzione.
b) Inflation-Linked Bonds: sono titoli che rivalutano il capitale e le cedole in base all'inflazione, per lo meno non dobbiamo pensare ad essa ma solamente al ribasso del mercato obbligazionario... offrono dunque una difesa contro la perdita del potere d'acquisto dovuto alla guerra.
c) Materie Prime: come già riportato, sarebbe possibile sfruttare l'innalzamento delle materie prime per fare momentum e sfruttare il mercato, anche se nessuno è in possesso di una palla di vetro sarebbe comunque difficile riuscire a prevedere una guerra in arrivo, ovviamente prima dei mercati. Sarebbe possibile però investire in ETF sul petrolio, gas naturale e sul grano di modo da poter riuscire a tamponare le ferite. Ma attenzione, le materie prime hanno un'alta volatilità, soprattutto in tempi di crisi politiche, vi raccomandiamo di svolgere particolare attenzione su questo punto.
d) Azioni Value e Settori Difensivi: il value è sicuramente una buona strategia di difesa, sappiamo che l'azienda ha un valore al di sotto del quale difficilmente scenderà e dunque offre una sicurezza particolare; sono meno sensibili alla congiuntura dunque potremmo essere a posto così dal punto di vista azionario. Valutare inoltre la possibilità di incrementare la vostra posizione se il mercato scende.
e) Cash & Cash Equivalents: la liquidità strategica può essere un altro buon rimedio per tamponare le ferite; T-bills, conti deposito, ETF monetari, non offrono grandi ritorni, ma sicuramente concedono una sicurezza molto alta, e in tempi del genere potrebbe essere logico prendersela.
Asset Allocation Anticiclica: Simulazione esemplificativa
Scenario ipotetico: inflazione 6%, tensioni geopolitiche in Medio Oriente
Asset Class | Peso (%) | Rendimento Atteso | Volatilità Attesa |
---|---|---|---|
Azioni Globali (Value) | 25% | 6,5% | 14% |
Bond inflaction | 20% | 4,2% | 6% |
Oro | 15% | 5,8% | 17% |
Materie Prime | 10% | 7% | 22% |
Liquidità / T-bills | 20% | 3,2% | 0,5% |
Real Estate Difensivo | 10% | 5% | 11% |
Strategie Operative di Reazione
a) Ribilanciamento Tattico: il bisogno di aumentare oro e tips in fase di escalation politica si fa sentire dunque crediamo sia meglio farlo se se ne ha necessità, congiuntamente è plausibile ridurre l'equity ciclica.
b) Utilizzo di Derivati per Copertura: non lo consigliamo vivamente, ma per chi sa usare questi strumenti sarebbe possibile coprirsi ulteriormente con contratti CFD o FUTURES
c) Approccio Barbell: consiste nel combinare asset molto difensivi come oro e liquidità con asset ad alta volatilità come le commodities così da bilanciare il rischio sfruttando il mercato. Può essere una buona strategia in quanto così evitiamo le strategie di mezzo, già discusse e ritenute inefficaci
Disclaimer: le informazioni contenute in questo articolo sono a scopo puramente informativo ed educativo. Non costituiscono in alcun modo un consiglio finanziario personalizzato. Ogni decisione di investimento dovrebbe essere presa in base al proprio profilo di rischio, obiettivi e previa consulenza con un professionista abilitato.
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