Per oltre undici anni i tassi d’interesse sono rimasti ai minimi, quasi a sembrare una condizione permanente. Poi, tra il 2022 e il 2023, la rotta è cambiata bruscamente. La FED e la BCE si sono ritrovate a difendersi da un’inflazione che non si vedeva da quasi quarant’anni. Nel tentativo di riportare un equilibrio tra domanda e offerta, hanno alzato i tassi in modo deciso. Quelle scelte hanno avuto conseguenze profonde, e alcuni degli effetti – diretti e indiretti – sono ancora ben visibili nel 2025. La fine dell'era dei tassi zero non è stata solamente un evento tecnico bensì un cambiamento strutturale che ha costretto gli investitori a rifugiarsi in strategie e modelli consolidati. Per anni la presenza di un'abbondante liquidità ha sopportato le valutazioni così alte all'interno del mercato, comprimendo quelli che erano i rendimenti obbligazionari e cercando di spingere l'investitore verso mercati con rischi maggiori al fine di ottenere delle performance più redditizie. Oggi invece viviamo una situazione in cui il capitale ha un costo e la selettività gioca un ruolo fondamentale nella strategia di investimento come gestione del rischio.
Da considerarsi poi che la politica monetaria non agisce mai in isolamento e per conto personale; le decisioni delle banche interagiscono con le politiche espansive o restrittive, con trend demografici e con le situazioni geopolitiche che intercorrono durante gli anni. Un rialzo dei tassi non ha lo stesso effetto in un’economia in piena espansione rispetto a un contesto di stagnazione, così come un taglio può stimolare i mercati solo se la fiducia degli operatori è solida e i canali di credito funzionano in modo efficiente.
Questo contesto impone anche di riconsiderare il concetto di diversificazione. In un mondo di tassi reali positivi, le obbligazioni tornano a essere un’alternativa credibile alle azioni, ma la volatilità può rimanere elevata se i mercati percepiscono incertezza nella direzione di politica monetaria. Asset reali come infrastrutture e immobili, che per anni hanno beneficiato del costo del capitale prossimo allo zero, si trovano ora a dover dimostrare la loro resilienza con tassi di finanziamento ben più alti.
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