Passa ai contenuti principali

Time in the market VS Timing the market: quale strategia rende meglio nel lungo periodo?

 Nel mondo degli investimenti, poche discussioni sono tanto ricorrenti e polarizzanti quanto quella tra "Time in the market" e "Timing the market". Due approcci differenti e con strategie agli antipodi; il primo è un approccio mirato alla pazienza nei mercati e alla costanza, al contrario il secondo mira allo sfruttamento delle asimmetrie di mercato anticipando i momenti giusti.


Di primo acchito l'idea di rendimento del Timing del mercato può essere allettante. Immagina vendere prima di un crollo, ed acquistare subito dopo con mercato pronto alla ripresa; sulla base teorica funziona così, ma la realtà è ben più complessa. cercare di indovinare costantemente le variazioni del prezzo di mercato è un po' come giocare a freccette con una benda sugli occhi, è fattibile, ma la possibilità che hai di fare centro molte volte è assai piccola, e non regolare. Questo non è dato dalla mancanza di competenze, anche il miglior studioso di mercato non riuscirebbe ad essere costante nel portare rendimenti, e ciò è dato dalle asimmetrie di mercato e dalla mancanza di informazioni; questo è definito rischio sistemico o rischio di mercato.

Quando parliamo invece di Time in the market, facciamo riferimento alla strategia di lungo periodo che consiste nel rimanere investito nel mercato per un periodo di tempo continuativo e prestabilito all'inizio, in cui ci impegniamo a non mettere mano al portafoglio ed a lasciare invariate le quantità, ribilanciando ogni tanto, ad esempio ogni semestre o trimestre, per i più maniacali. La base è che il mercato ha una tendenza alla crescita nel lungo periodo ed il cercare di anticiparlo spesso comporta l'assunzione di rischi senza senso, volti solo ad anticipare una crescita che spontaneamente avverrà in un tempo più lungo. 
Studi storici dimostrano che perdere anche solo pochi dei giorni migliori in Borsa può compromettere gravemente il rendimento complessivo di un portafoglio. Basta osservare come, nel corso degli ultimi decenni, i giorni più performanti si concentrino spesso in periodi di alta volatilità, proprio quando gli investitori più timorosi tendono a vendere.
Chi pratica il "Timing the market" invece tenta di prevedere i picchi e i minimi per ottimizzare i rendimenti. Questa strategia richiede grande attenzione ai dati macroeconomici, all’analisi tecnica e alle notizie di mercato. Ma anche così, il margine di errore resta alto. Non solo bisogna sapere quando uscire, ma anche quando rientrare. Spesso capita che le emozioni prendano il sopravvento e che si finisca fare scelte sbagliate, spesso perdendo più del dovuto. Nel 2008 e nel 2019 molte persone investite nei mercati hanno disinvestito, lasciando così il campo con una grande perdita e perdendo così anche i successivi rimbalzi che li avrebbero fatti tornare in profitto. 
I mercati sono mossi da emozioni tanto quanto da fondamentali. Paura e avidità condizionano le decisioni più delle analisi e spesso portano a scelte impulsive. Quando i prezzi crollano, la paura porta a vendere. Quando salgono, l’euforia porta ad acquistare. Così facendo, si finisce per fare esattamente l’opposto di ciò che sarebbe razionalmente corretto: comprare alto e vendere basso.
Possiamo che dire però che il Time in the market sia molto stressante psicologicamente e richieda una grande pazienza e tanta disciplina; l'investitore che intende adoperare questa strategia punta ad un aumento del capitale e al beneficio dell'interesse composto nel corso del tempo, che solitamente ha un orizzonte di lungo periodo.
Da sottolineare è anche il fatto che non esiste una persona in grado di prevedere il futuro, dunque non sarebbe possibile sfruttare pienamente il potere del Timing quanto più quello del tempo, pienamente sfruttabile per quanto la vita di un umano abbia un periodo limitato. 
Essere presenti nei mercati, con costanza e disciplina, è una strategia che ha dimostrato nel tempo di essere più efficace rispetto al tentativo di anticipare ogni movimento.
Naturalmente, questo non significa che bisogna restare passivi. Il "Time in the market" non è sinonimo di immobilismo. Si possono (e si dovrebbero) fare aggiustamenti nel tempo, ribilanciando il portafoglio, diversificando tra asset class, rivedendo gli obiettivi personali e il profilo di rischio. Ma queste azioni devono essere guidate da una strategia, non dalle emozioni del momento.
Chi inizia a investire spesso si lascia affascinare dalle storie di chi ha fatto grandi profitti comprando e vendendo al momento giusto. Ma queste storie, per quanto vere, sono eccezioni. La regola, per la maggior parte degli investitori, è che i risultati migliori arrivano con costanza, disciplina e una strategia coerente. Non serve essere geniali per investire con successo, serve essere costanti e pazienti.
Il confronto tra "Time in the market" e "Timing the market" ci porta a una conclusione chiara: nel lungo periodo, la permanenza costante nel mercato tende a offrire risultati più solidi e affidabili. Le tentazioni del market timing sono forti, ma spesso si traducono in errori costosi. Al contrario, investire regolarmente, con un piano ben definito e una visione di lungo termine, consente di navigare le inevitabili turbolenze con maggiore serenità.
Comprendere questa differenza non significa rinunciare all’ambizione di ottimizzare i propri investimenti. Significa piuttosto adottare un approccio più realistico, fondato sull’esperienza storica e sul funzionamento reale dei mercati. E in questo senso, il vero vantaggio competitivo dell’investitore non è la capacità di prevedere il futuro, ma la capacità di rimanere fedele alla propria strategia quando tutto intorno sembra suggerire il contrario.


Ecco perché, nel dubbio, restare investiti può essere la scelta più saggia. Perché nel tempo, più del tempismo, conta la presenza. Su jumbofinance.it trovi altre riflessioni pratiche per costruire un portafoglio solido e duraturo, senza cedere alle emozioni o alle mode del momento.


🔗 Potrebbe interessarti anche:

Commenti

Post popolari in questo blog

Cos’è Plus500? Recensione completa del Broker trading online

Perché scegliere Plus500? Oggi parleremo un po' di Plus 500 . Ma cos’è esattamente? È affidabile? E soprattutto: conviene davvero usarlo? Ti spiegheremo tutto quello che devi sapere prima di aprire un conto con una recensione completa. Scoprirai quali possono essere i vantaggi e le occasioni che incontrerai con questo broker. Cos’è Plus500? Plus500 è un broker di trading online specializzato in CFD (Contratti per Differenza). Fondata nel 2008, è gestita da Plus500 Ltd, società quotata alla Borsa di Londra (FTSE 250) e regolamentata da più enti di vigilanza tra cui: CySEC (Cipro) – per l’Europa FCA (UK) – per il Regno Unito ASIC (Australia) FSA (Seychelles) – per clienti extra-UE Plus500EE AS è autorizzata e regolamentata dalla Financial Supervision and Resolution Authority dell’Estonia (Licenza n. 4.1-1/18). Quali strumenti puoi Tradare? Su Plus500 puoi negoziare CFD su oltre 2.800 strumenti, tra cui: Azioni (Apple, Amazon, Tesla, ecc.) Forex (EUR/US...

Scalable Capital: Pro e Contro del nuovo Colosso degli Investimenti

In mezzo a tanti nomi, Scalable Capital si è fatto strada come un protagonista assoluto in Europa. Ma vale davvero la pena affidarsi a questo broker? Scopriamolo insieme, analizzando pro e contro , e perché potrebbe essere la scelta giusta per te ! 👇 ✅ Pro: Perché Scegliere Scalable Capital 🔧 Commissioni Ultra-Competitive Scalable Capital offre piani a zero commissioni con il pacchetto PRIME Broker . Perfetto per chi investe spesso e vuole massimizzare i profitti . 👉 Provalo ora senza commissioni » 📈 Ampia Offerta di ETF e Azioni Questo broker offre la possibilità di investire su oltre 7000 strumenti finanziari , in modo da poter diversificare proprio come un professionista! Approfitta inoltre del 3,5% di interessi sulla liquidità ! 📌 Puoi iniziare con piani di risparmio automatici a partire da 1€ ! 🛡️ Sicurezza da Banca Tedesca Scalable è regolamentato dalla BaFin , l’autorità finanziaria tedesca. I fondi sono custoditi presso la partner bank Baader Bank , una garanzia...

📈Come creare un portafoglio efficiente: ETF, ETC e diversificazione strategica

Creare un portafoglio efficiente non è impossibile, basta la giusta partenza e sarai pronto a crearlo su misura per te. Puoi servirti degli asset che vuoi, ETf ad esempio, ma anche azioni, obbligazioni, materie prime, sta a te la scelta!  ✅ Cos’è un portafoglio efficiente?  Harry Markowitz è stato l'ideatore del concetto di portafoglio efficiente, quello a cui noi tutti aspiriamo. Un portafoglio è considerato efficiente se: Massimizza il rendimento atteso per un dato livello di rischio; Minimizza il rischio complessivo per un dato rendimento atteso; È ben diversificato tra asset decorrelati (che non si muovono tutti nello stesso modo). 📁 Perché usare ETF e ETC? Gli ETF e gli ETC sono strumenti finanziari che replicano l’andamento dei loro indici di riferimento o materie prime. Sono adatti anche a chi ha un piccolo capitale da investire.   Vantaggi : Bassi costi (TER spesso < 0,30%) Massima trasparenza Buona liquidità Accessibili da qualsias...