Parlare di investimenti senza considerare il fenomeno delle bolle finanziarie sarebbe come studiare la navigazione ignorando il concetto di tempesta. Le bolle speculative sono tra gli eventi più affascinanti e pericolosi del mondo della finanza. Imparare a conoscerle aiuta ad avere maggiore consapevolezza dei mercati e agire con maggiore lucidità in periodi di forte movimentazione del mercato. Per coloro che si stanno iniziando a muovere nei mercati conoscere la storia delle bolle finanziarie è necessariamente un passo da affrontare per non cadere in un circolo vizioso trasportato dalle emozioni e non dalla ragione. Oggi scopriremo come nascono le bolle, come si alimentano e quali segnali possono accendere in te una lampadina che ti faccia stare alla larga.
Il termine bolla viene spesso usato con leggerezza, ma in ambito finanziario, una bolla è un fenomeno reale, concreto, misurabile. E' una fase del mercato in cui il prezzo di un asset cresce in maniera del tutto fuori controllo spinta da meccanismi psicologici di euforia collettiva. Il prezzo sale, attirando dunque nuovi investitori, ma, invece di stabilizzarsi, eccolo che continua nella sua crescita aumentando sempre più di valore(ovviamente fittizio) e continuando ad attrarre a sè nuovi investitori. Arrivati verso le fasi finali, ecco la tanto aspettata fine: il prezzo crolla in maniera impetuosa, molti investitori rimangono impietositi a fissare il loro conto in rosso, spesso incapaci di darsi una spiegazione a quanto successo.Per comprendere a fondo una bolla, è utile partire da alcuni esempi storici.la prima bolla finanziaria risale al XVII secolo; questa è la bolla dei Tulipani, in Olanda. Esatto, i bulbi di Tulipano erano la moda del momento. Pensa che un bulbo poteva arrivare a costare quanto una casa nei primi anni del 1600. I fondamentali vennero meno fin quando il mercato non si accorse dell'errore e iniziò la correzione più grande fino a quel momento. In pochi giorni i prezzi crollarono, e molte famiglie persero interi patrimoni. Vi ricorda qualcosa? Nel momento in cui stiamo redigendo questo articolo, alcune carte pokèmon stanno viaggiando a vele spiegate al prezzo di migliaia di euro. Da quel momento si è dato il via all'inizio di moltissime bolle finanziarie; in Inghilterra con la South Sea Company; la grande bolla del 1929 e del "black friday", per arrivare poi a fine anni '90 con la bolla delle DotCom. Dall'inizio del nuovo millennio ne sono già assate due; la bolla immobiliare che generò la crisi del 2008 e la corsa alle cryptovalute. Da notare come abbiano tutte uno schema simile, una crescita esponenziale accompagnata da parole e opinione che assecondano il continuo di una fantastica ascesa, seguite da sanguinolenti declini. E' solo questione di tempo prima che Bitcoin crolli totalmente, lasciando sul lastrico milioni di persone.Ma cos'è che genera una bolla? Le componenti sono molteplici, e spesso si combinano tra loro. La prima è la narrazione: ogni bolla ha la sua storia, quella che giustifica l’irrazionalità del momento. Che si tratti della “nuova economia” degli anni ’90 o del recente entusiasmo attorno al Bitcoin considerato il “nuovo oro digitale”, ogni grande bolla finanziaria ha sempre avuto alle spalle una narrazione potente. Storie affascinanti, piene di promesse e visioni sul futuro, capaci di conquistare anche gli investitori più cauti. E quando investire diventa semplice(magari grazie a nuove tecnologie, piattaforme digitali intuitive o barriere d’ingresso quasi inesistenti) ecco che il mercato si riempie di nuovi partecipanti, spesso meno preparati e più vulnerabili all’euforia collettiva. Un altro elemento che alimenta questo tipo di dinamiche è la leva finanziaria: la possibilità di investire somme maggiori rispetto al capitale realmente posseduto. Se da un lato può amplificare i guadagni, dall’altro può trasformare velocemente un ribasso contenuto in una perdita disastrosa. In tutto questo, pesa moltissimo anche il comportamento umano: la tendenza a seguire la massa. Quando tutti comprano, quando il “si sta tutti guadagnando” diventa il pensiero dominante, è difficile restare lucidi. L’idea che “se lo fanno tutti, sarà giusto anche per me” è una trappola insidiosa.
Per chi è alle prime armi, la vera sfida è proprio questa: capire se si è davanti a una reale opportunità o se si sta entrando in uno slancio collettivo, spinto più dall’emozione che dalla logica. Leggere che un titolo ha raddoppiato il suo valore in pochi giorni può essere galvanizzante, ma è proprio in quei momenti che serve la massima prudenza. Per un investitore alle prime armi, la cosa più difficile è distinguere un’opportunità reale da un entusiasmo ingiustificato. Quando si legge che un titolo ha raddoppiato il proprio valore in una settimana, la tentazione è forte. Ma è proprio in questi momenti che occorre fermarsi a riflettere: il prezzo di quell’asset ha fondamenta solide? Cosa ne giustifica realmente la crescita? È sostenibile nel tempo? Le bolle si formano spesso proprio perché queste domande vengono ignorate, messe a tacere da un ottimismo diffuso che rende ciechi anche i più razionali.
La psicologia gioca un ruolo enorme. La finanza comportamentale spiega come alcuni bias, tra i quali il bias di conferma ci spinga a cercare solo notizie che aumentino le nostre convinzioni. Il bias dell’ancoraggio ci fa considerare come riferimento i prezzi più recenti, anche se irrazionali. Il bias della paura di restare fuori (FOMO, Fear Of Missing Out) ci induce a investire solo perché “tutti lo stanno facendo”. Tutti questi meccanismi creano un terreno fertile per la nascita e l’espansione delle bolle. Un altro elemento importante da capire è che non tutte le bolle sono identiche.Alcune possono rivelarsi innoque o quasi, altre invece assumono dimensioni mondiali e si sviluppano in tutto il globo. Capire dunque il carattere di una bolls può rivelarsi molto utile. Ecco dunque come riconoscerle: valutazioni troppo elevate rispetto agli utili, crescita troppo rapida e senza pause, ingresso massiccio di investitori retail, e un clima generale di euforia dove ogni dubbio viene liquidato come “paura infondata”.
Per il neofita, la lezione più importante è che l’investimento non è una corsa, né un colpo di fortuna. È un processo razionale, paziente, che richiede studio, consapevolezza e disciplina. Conoscere il passato, e in particolare episodi come quelli delle bolle speculative, è uno strumento prezioso per evitare errori costosi. Non bisogna aver paura di investire, ma bisogna farlo con occhi aperti. Chi inizia a investire oggi ha l’enorme vantaggio di poter accedere a una quantità immensa di informazioni, ma è anche più esposto al rumore, alla disinformazione e agli entusiasmi virali. Distinguere ciò che ha valore da ciò che ha solo prezzo è la chiave per diventare investitori consapevoli.
In definitiva, parlare di bolle non serve a creare timore, ma a coltivare realismo. I mercati sono ciclici, e periodi di euforia seguiti da correzioni fanno parte del gioco. L’obiettivo non è evitarli completamente, ma imparare a riconoscerli e posizionarsi in modo intelligente. Chi sa farlo, potrà non solo evitare perdite, ma anche cogliere opportunità nei momenti in cui tutti fuggono. Perché, come disse Warren Buffett, “il momento di essere avidi è quando gli altri hanno paura, e il momento di aver paura è quando tutti sono avidi”.
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