Quando penso a come funzionano i mercati, mi accorgo che la parte più difficile non è tanto capire un bilancio o leggere un grafico, ma gestire quello che succede nella mia testa. Ho iniziato ad investire appena compiuti i 18 anni, scrivo come un appassionato di finanza, non come un esperto. Durante i ribassi, il primo impulso che mi veniva era di chiudere le posizioni e ridurre le perdite. Poi però mi sono accorto che spesso chi vende in panico finisce per pentirsene: il mercato si riprende e loro restano fuori. È una lezione che non dimentico mai, anche se ancora oggi non è semplice tenere a bada l’ansia quando i numeri diventano rossi.
Al contrario, quando tutto sale e sembra che investire sia facile, il rischio è lasciarsi trascinare dall’euforia. Anch’io ho commesso l’errore di comprare titoli solo perché “stavano salendo” e non volevo sentirmi escluso. Fa parte del percorso: un po’ di errori servono per capire che nei mercati non si tratta solo di seguire il flusso, ma di avere un piano. Studiare all’Università mi aiuta a leggere certi fenomeni in maniera più strutturata, ma ti assicuro che l’aspetto emotivo rimane sempre centrale.
Quello che ho imparato, e che cerco di mettere in pratica ogni volta, è di chiedermi se la decisione che sto prendendo nasce dai dati o dalla paura di perdere un’occasione. Non è una formula matematica, ma un esercizio di consapevolezza che mi permette di frenare le scelte impulsive. A volte basta anche solo ricordarsi qual è l’orizzonte temporale con cui sto investendo: se penso a vent'anni, allora il rumore di oggi perde molta importanza. Ciò che ho potuto apprendere in pochi anni nei mercati può ridursi in una piccola massima: conoscere i mercati è importante, ma conoscere sé stessi lo è altrettanto. Ogni qual volta vedo salire o scendere un titolo la forza per resistere alla tentazione di chiudere l'operazione è alta, allora cerco di ricordarmi che non devono essere le mie emozioni a prevalere sulla strategia che ho adottato e rimanere concentrato analiticamente su ciò che sta succedendo. Imparare a distinguere paura, euforia e dati di mercato è molto difficile, ma soprattutto è un esercizio giornaliero che non avrà mai fine, neanche per i più esperti, perché l'essere umano è strettamente legato alla componente emotiva per un fattore naturale.
Qui su Jumbofinance voglio condividere le mie esperienze e le mie idee su un mondo del quale sono molto appassionato, anche non essendo il massimo esperto del settore, cercando un vostro riscontro per condividere idee e pensieri che possano aiutarci a comprendere meglio le dinamiche nei mercati finanziari. Tutti noi iniziamo più o meno alla stessa maniera: capitali piccoli, tanta paura di poter sbagliare rischiando i nostri capitali ma con tanta curiosità di scoprire cosa succede in questo mare di strumenti finanziari. Possiamo sbagliare, perdere capitale o non cogliere le occasioni che ci si palesano davanti, ma sono abbastanza certo del fatto che la cosa più importante sia non fermarsi e ricordarsi che ogni occasione è buona per imparare e crescere giorno dopo giorno, euro dopo euro, non più come piccolo appassionato di finanza, ma come investitore consapevole.
Il mercato non è prevedibile, ma la nostra capacità e caparbietà nel gestire le emozioni più toste e la riflessione prima dell'azione ci permettono di agire in modo consapevole e di non essere il semplice osservatore nella passeggiata per Wall Street.
Al contrario, quando tutto sale e sembra che investire sia facile, il rischio è lasciarsi trascinare dall’euforia. Anch’io ho commesso l’errore di comprare titoli solo perché “stavano salendo” e non volevo sentirmi escluso. Fa parte del percorso: un po’ di errori servono per capire che nei mercati non si tratta solo di seguire il flusso, ma di avere un piano. Studiare all’Università mi aiuta a leggere certi fenomeni in maniera più strutturata, ma ti assicuro che l’aspetto emotivo rimane sempre centrale.
Quello che ho imparato, e che cerco di mettere in pratica ogni volta, è di chiedermi se la decisione che sto prendendo nasce dai dati o dalla paura di perdere un’occasione. Non è una formula matematica, ma un esercizio di consapevolezza che mi permette di frenare le scelte impulsive. A volte basta anche solo ricordarsi qual è l’orizzonte temporale con cui sto investendo: se penso a vent'anni, allora il rumore di oggi perde molta importanza. Ciò che ho potuto apprendere in pochi anni nei mercati può ridursi in una piccola massima: conoscere i mercati è importante, ma conoscere sé stessi lo è altrettanto. Ogni qual volta vedo salire o scendere un titolo la forza per resistere alla tentazione di chiudere l'operazione è alta, allora cerco di ricordarmi che non devono essere le mie emozioni a prevalere sulla strategia che ho adottato e rimanere concentrato analiticamente su ciò che sta succedendo. Imparare a distinguere paura, euforia e dati di mercato è molto difficile, ma soprattutto è un esercizio giornaliero che non avrà mai fine, neanche per i più esperti, perché l'essere umano è strettamente legato alla componente emotiva per un fattore naturale.
Qui su Jumbofinance voglio condividere le mie esperienze e le mie idee su un mondo del quale sono molto appassionato, anche non essendo il massimo esperto del settore, cercando un vostro riscontro per condividere idee e pensieri che possano aiutarci a comprendere meglio le dinamiche nei mercati finanziari. Tutti noi iniziamo più o meno alla stessa maniera: capitali piccoli, tanta paura di poter sbagliare rischiando i nostri capitali ma con tanta curiosità di scoprire cosa succede in questo mare di strumenti finanziari. Possiamo sbagliare, perdere capitale o non cogliere le occasioni che ci si palesano davanti, ma sono abbastanza certo del fatto che la cosa più importante sia non fermarsi e ricordarsi che ogni occasione è buona per imparare e crescere giorno dopo giorno, euro dopo euro, non più come piccolo appassionato di finanza, ma come investitore consapevole.
Il mercato non è prevedibile, ma la nostra capacità e caparbietà nel gestire le emozioni più toste e la riflessione prima dell'azione ci permettono di agire in modo consapevole e di non essere il semplice osservatore nella passeggiata per Wall Street.
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